Scuola di specializzazione tecnico-cinofila

Direttrice didattica ELSA MENEGOLLI

dog trainer (4)

La cinofilia è un postaccio.

Ci sono lavori che buona parte dei ragazzini sognano di fare nella vita. Uno tra quelli è diventare un educatore cinofilo.

E’ un mondo affascinante, bello, che ti permette di stare all’aperto e a contatto della natura. Quando diventi grande ti accorgi che è anche di più. Prendere possesso di una parte, quella del cinofilo di professione, ti permette di avere una vita piena di stimoli, dove ti ritrovi ad osservare la natura intimamente, vedendo cose che prima non ti saresti mai sognato di notare. Dai piccoli segnali che i cani lanciano con uno sguardo, un movimento, un atteggiamento, puoi trarre un’infinità di conclusioni. E’ come tornare bambini di nuovo e dover imparare ancora una volta come sono i rapporti tra persone, esercitandoti a cogliere infinite sfumature di una lingua prima sconosciuta. Si deve imparare un nuovo modo di comunicare e tutto ciò è estremamente incentivante, ti fa mettere in moto il cervello con un’apertura di pensiero mai sperata prima.

 

 

Insomma una bella avventura. Quando ti lanci in questa meravigliosa sfida non puoi credere che qualcosa possa andare storto.

E invece è proprio così. Già dalle prime lezioni nei corsi cinofili ti rendi conto che esiste una competizione malsana, fatta di insulti velati sotto banco, alimentati addirittura dagli stessi docenti. Una cosa impensabile in effetti. Passi del tempo a credere che sei tu ad avere qualcosa che non va e che magari non ci arrivi, non capisci al punto tale che li fai innervosire tutti. Ti senti quello sbagliato. Più passa il tempo e passano le lezioni e meno impari. Come se il sistema prevedesse di incasinarti la vita anziché semplificarla, in modo che tu non possa diventare in futuro un concorrente sul mercato.

I compagni di corso sono talvolta simpatici e comprensivi. Altri sono dei mostri nascosti che ti guardano dall’alto in basso disprezzando ogni singola domanda che poni per provare a capirne qualcosa in più. Bellissima la cinologia. I cani hanno modi diversi di comunicare e interpretarli tutti è qualcosa di raro e quasi impossibile. Ma ti sforzi giorno dopo giorno perché è esageratamente figo quello che stai facendo, specialmente se ami il mondo animale come un pazzo.

 

 

E’ il mondo umano ad essere intriso di malsana competitività, dove la difesa migliore è l’attacco. Finché ti accorgi che è tutto il sistema ad essere attaccato. Educatori ed addestratori che si insultano a vicenda quotidianamente, senza nemmeno conoscersi. Educatori professionisti che insultano i loro clienti, dietro le quinte, alla fine di ogni incontro.

Perché io sono meglio e tu non hai capito niente della cinofilia.

Come se solo loro avessero il potere magico di poter fare qualcosa nella vita di un cane. Quando invece basta un’unica realtà semplice : l’amore.

Amore e rispetto per i cani sono lo scopo principale che un cinofilo dovrebbe fare suo, come un mantra, come una legge aurea inviolabile. E di conseguenza anche il rispetto per il proprietario del cane e il rispetto per tutti gli educatori cinofili che ci hanno messo del loro in quel cane, in quel binomio, fino a quando sono arrivati da te.

Perché nessuno di noi è nato cane e tutte le ipotesi possono essere giuste, oppure sbagliate. Tutti gli insegnamenti possono contenere qualcosa di valido. Non solo le opinioni o gli schemi che alcuni libri insegnano ma anche le intuizioni di un cinofilo che ha un vissuto una sensibilità che nemmeno puoi immaginare.

 

 

Ecco, dunque.  Alla fine fai la somma di tutte le esperienze che ti hanno portato dove sei. Ti rifiuti di insultare gratuitamente un collega perché questo non è né deontologico, né serio professionalmente. E sebbene la cinofilia continui ad utilizzare un sistema di comunicazione che fa audience solo perché parli male degli altri, c’è da qualche parte ancora qualcosa di buono, che vale la pena salvare.

Ed è a quelli che noi puntiamo. Ai professionisti seri che ti parlano, ti dicono tutto ciò che secondo loro può servirti per essere un cinofilo migliore, senza risparmiarsi, senza fomentare l’odio, senza trattenere informazioni. Perché, badate bene, è l’elevata mancanza di autostima a portare un professionista a sparlare dei colleghi e dei clienti.

E a quel professionista noi vogliamo dire:

Se veramente fossi così bravo… non avresti bisogno di abbassarti a tanto.

Il fatto è che sei tu stesso a sapere di non essere poi così bravo, di non riuscire ad arrivare dove arrivano i tuoi colleghi. Sei consapevole che non hai concluso niente in cinofilia e l’unica arma che ti resta, visto che clienti e colleghi ti hanno abbandonato, è quella di attaccarli.

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